C’È UNA BIANCA TIGRE DI COTONE:
Due anni fa coltivavo lune e piccole stelle. Coloravo il cielo col blu di un pennarello stabiloboss. Ci facevo passare veloci piccoli pesci con le ali. Disegnavo gatti gemelli, forse innamorati ed incantati all’insù. L’aria ronzava d’api e vibrava del volo di coccinelle e d’ali di farfalla.
Ma voi sapete cosa fa un amore scaduto? Che cosa succede quando dietro al cuore di una persona c’è una data ormai andata?
Ci si mette il viso fra le gambe e si ascolta solo il rumore: Cadono le lune di ceramica, le piccole stelline di cartapesta; bruciano i fogli colorati dall’infanzia e dal sogno. E piangi di tutto, non ti sbagliare, non passa come la svolta di una pagina.
Ma quando il dolore diventa pianura, allora si sta lì, sempre accucciati, ad ascoltare il silenzio.
E ad aspettare.
Ma avete mai sentito spuntare le variazioni Goldberg dal quel silenzio piatto?
Chiudete gli occhi e sognate il passo di quel pianoforte. Vedrete avanzare anche quello di una bianca tigre di cotone: l’eleganza in movimento, quello delle sue scapole che s’avvicinano verso di noi.
Bianca, come sabbia di bassa marea e corallo sciolto, segnata da tatuaggi di stelle marine, morte e spiaggiate.
Fermatevi e osservatala avanzare così. Il tempo, adesso, la colorerà di stoffe nuove: damasco , batista, organza, chiné, lana cotta…
Ma ora fermatevi ancora un attimo:
C’è una bianca tigre di cotone.
di Federico Masti